Home Page
Giorgiana

Giorgiana Masi, 18 anni, uccisa il 12 maggio 1977 dalle squadre speciali della polizia.

Radicali e sinistra antagonista indicono una manifestazione per il terzo anniversario della vittoria del referendum sul divorzio.

Nonostante il divieto imposto dalla questura, migliaia di manifestanti scendono comunque in piazza, era l’anno della grande rivolta per una società più giusta e più libera, e in tanti non accettano limiti alla libertà di espressione. Dall’altra parte migliaia di poliziotti intenzionati a tutti i costi e reprimere qualsiasi assembramento, era evidente la volontà da parte dello Stato di andare allo scontro fisico, ad alzare il livello di tensione sociale non solo quel giorno e a Roma, ma dovunque e per lungo tempo.

Era la strategia repressiva dell’allora Ministro degli interni Cossiga, non nuova in Italia, cominciata con le bombe di Piazza Fontana nel 1969, proseguita con innumerevoli attentati stragisti da parte di fascisti negli anni successivi. Adesso passava per l’uccisione diretta da parte delle forze dell’ordine, di fascisti e a volte addirittura con l’aiuto della Mafia, degli oppositori politici.

Aumentare il livello di tensione sociale per promuovere leggi sempre più persecutorie e repressive e dare più poteri diretti alle forze di polizia, venne chiamata “Strategia della tensione”. Lo scopo era colpire nei momenti di più forte opposizione sociale, rivolgersi esclusivamente contro gli oppositori, compattare tutti gli schieramenti politi dalla destra alla sinistra parlamentare in programmi di repressione generalizzata e non avere mai colpevoli. Tutti gli attentati, tutti gli omicidi compiuti non hanno mandanti, non hanno colpevoli almeno per lo Stato e tutti i suoi rappresentanti del governo e del parlamento passati, presenti e futuri.

Di tutto ciò non sentirete mai parlare e per questo lo facciamo noi, per denunciare ancora una volta la violenza assassina su cui si sono formate queste istituzioni, così pavide e servili da non riuscire a fare ancora luce sui 45 anni di massacri e omicidi su cui si regge questa società.

Il 12 Maggio 1977 Giorgiana manifestava con altre migliaia di manifestanti, all’improvviso di cariche e centinaia di lacrimogeni per disperdere i manifestanti, a Ponte Garibaldi dallo schieramento della polizia, partono diversi colpi di pistola, viene ferita una ragazza alle gambe e un proiettile colpiva alla schiena Giorgiana.

Morirà poco dopo prima di arrivare in ospedale. Francesco Cossiga prima negò il coinvolgimento della polizia, poi, di fronte ad incontestabili foto e filmati che testimoniavano la presenza di numerosi poliziotti in borghese, abbigliati come i manifestanti, con pistole in pugno e nell’atto di sparare, ammise la presenza negli scontri delle squadre speciali di polizia.

Francesco Cossiga è l’esempio più chiaro del servilismo politico e antidemocratico delle nostre più alte autorità, per sua stessa ammissione faceva parte di organizzazioni paramilitari al servizio degli Stati Uniti con il compito di rovesciare l’esito di elezioni non gradite all’impero, nel suo delirio di onnipotenza ammise sia la strategia della tensione e, nel 2007, di essere uno delle cinque persone che sanno chi uccise Giorgiana Masi.

Servilismo che non è mai cessato, Cossiga in un qualsiasi altro Stato civile sarebbe stato processato per alto tradimento, nel nostro paese lo abbiamo premiato per i suoi crimini e tradimenti con la Presidenza della Repubblica.

Per questo a quaranta anni dalla morte continuiamo a ricordare Giorgiana e tutti gli altri giovani che sono stati assassinati per denunciare il terrorismo di stato, gli artefici ed i mandanti, gli insabbiamenti e i corresponsabili. Continuiamo a denunciare gli assassini, i responsabili, e tutti coloro che ancora oggi stendono un velo di omertà e falsità sul nostro passato e sul nostro presente.

i compagni di Walter.